Monday, February 02, 2009

Slogan slogant

CAPIRSI E' IL PARADISO, abbiamo detto. E cioè una favoletta, capirsi è un miraggio. Ma è un ottimo slogan per inaugurare una nuova stagione di speranza.
Vogliamo o no raddrizzare questa nostra democrazia amorfa conflittuale e virulenta, e allora facciamolo a colpi di slogan.
Uno slogan ti libera dai compromessi, dai pensieri crespi e dalle odiose doppie punte del dubbio,
dalle orstinate rose dell'orgoglio,
uno slogan dà ai colpi di sole, ai colpi di testa, ai colpi bassi, una loro dignità.
UNO SLOGAN TI LIBERA LA GOLA.
E allora via, urliamo messaggi bruti e urgenti che possano ridestare le coscienze, o per lo meno rintronarle. Abbandoniamoci alla grazia del linciaggio verbale, degli schiaffoni cerebrali.
(Gli ultras, essendo gli unici guerrieri parzialmente organizzati che non abbiano alcun fine fuor che rituale, essendo barbari, ci sono arrivati prima, loro non si sono lasciati risucchiare dalla tv, hanno letto la gazzetta tutti i giorni e hanno studiato strategie d'attacco, hanno criticato strategie di calcio e di calcio mercato, hanno ricattato società ed arbitri. Loro sono rimasti svegli e hanno coniato slogan e canzoni... gli slogan sono il sale della scemocrazia. E noi vogliamo morire così scemi da farci esiliare, noi e il nostro linguaggio sofisticato, da degli scemi nati?
Ricordo ancora, ogni volta che torno a casa reggendomi ad un netturbino con la prospettiva di due giorni di ripristino psicoattitudinale a seguito di disattenzioni alcoliche, in quei momenti ricordo lo slogan della birra, ero bambino e un distinto signore diceva Bevi birra e campi cent'anni. Sono cresciuto e quel vecchietto mi sembra ancora un vecchietto ed è ancora lì. Io però alla decima birra mi sento dieci anni di più.
Parole volant Scripta manent Slogan dicunt.
o Slogan slogant
Uno Slogan ti slega

Con quale slogan iniziare un new deal ultrista di salvaguardia del linguaggio?
Cavalcando l'ONDA potrei dire
PIU' SOLDI ALLA SCUOLA.
Tanto per dire da che parte della lavagna stiamo.
Senonchè l'atto in sé di dare soldi potrebbe non sortire in un miglior servizio a giudicare dalla levatura morale di certi baroni della cultura. Infliggere la pena del potere, degli oneri, e della spartizione è proprio ciò che l'Italiano tipico non sa reggere. Non tira fuori il meglio da lui.
L'italiano è un animale gratuito, i soldi lui non li sa tenere, la storia patria, ancor prima che fosse patria ha lavorato e ha sedimentato nella sua corteccia cerebrale tanta cultura che il tapino, non riesce a gestirla, quindi gli diviene ignoranza in fin dei conti.
Nel giro di pochissimi secondi da chè ha intercettato una fonte di guadagno gli prende un furor panico, veterotestamentario di non meritarseli, si guarda attorno e s'ingobbisce, poi ammicca alla provvidenza e decide quindi di donarli, con tutto il proprio cuore slanciato in questo proprosito, si di donarne un 20, no 5 %, anzi di utilizzarli al meglio, a fin di bene, di non disperderli, di non farseli rubare, e di non farsi raggirare, appena hai un traffico scopri di che pasta è fatto il mondo, cerchi di avere il meglio che si può avere, di avere il meglio di ciò che i soldi possono comprare e di quel lustro che possono dare prima di spenderli, quindi di farne altri, per poterli spendere senza restare privi di lustro, poi di mascherare gli introiti al fisco, e poi di assicurare che i figli godano dello stesso diritto acquisito...quello di essere ricchi, o da un punto di vista sintomatologico, di dipendere dal denaro,... insomma tutta la sequela tipica delle tossicodipendenze.

Quindi il nostro slogan dovrebbe essere non Soldi alla scuola ma Mezzi, strumenti e aule, non stipendi, stages. Non supercattedre. Interscambi con l'estero e costruzione di una rete permanente di scambio, apertura della ricerca nei suoi ritrovati e utilizzi, non soldi, una rete di divulgazione viva, costante, aggiornata, chiara.

Bene, chiarito l'obiettivo ora ci serve uno slogan
che ne dite di
ARIDATECE LA MERENDA BANDA DI SOMARI FARABUTTI...

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